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Remeber
27/01/2017 21:15

Titolo: REMEMBER (idem – Canada – 2015)
Regia: Atom Egoyan
Interpreti: Christopher Plummer, Martin Landau, Bruno Ganz
Soggetto: Benjamin August
Sceneggiatura: Benjamin August
Fotografia: Paul Sarossy
Costumi: Debra Hanson
Scenografia: Matthew Davies
Musica: Mychael Danna
Montaggio: Christopher Donaldson
Durata: 1h 35min
Il Film
I protagonisti sono due anziani entrambi rinchiusi in una casa di riposo. Max e Zev che sta perdendo la memoria, i due hanno condiviso un tragico passato ad
Auschwitz di cui ora cercano di vendicarsi, per rendere una giustizia troppo a lungo rimandata.
Il Regista
Atom Egoyan, nato Atom Yeghoyan, è un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico armeno naturalizzato canadese. Nei suoi film si sviluppano due temi centrali per il regista: la questione dell’identità e delle radici familiari e il tema dell’utilizzo delle tecnologia come ambiguo strumento per la registrazione e conservazione della memoria. Nel 1994 si aggiudica il Premio internazionale della critica al festival di Cannes per il film “Exotica”. Il film successivo, “Il dolce domani” (tratto da un romanzo di Russell Banks) vince nel 1997 il Premio speciale della giuria al festival di Cannes.
Commenti dei critici
(…) un coinvolgente thriller, congeniale alla cifra creativa del regista canadese Atom Egoyan, in cui quasi nulla è come ci appare. Non immaginerete neanche
lontanamente di quale pasta sia realmente fatto il meticoloso, sofisticato piano di vendetta che vediamo perseguito e messo in scena e infine realizzato. Forse non tutto ha una spiegazione. Ma ciò non disturba più di tanto, anche grazie alle due interpretazioni, che riescono a rendere credibile anche ciò che non lo è.
(Paolo D’Agostini – La Repubblica – febbraio 2016)
‘Remember’ è per me un lavoro sul ricordo e sul trauma. Un viaggio inatteso dove segui la sofferenza del protagonista e il suo pensiero che è solo sul presente.
C’è sempre qualcosa da afferrare e che ci sfugge di Zev. (…) Una storia che come suggerisce il titolo, «Ricorda» riguarda la memoria, nel caso in questione dolorosamente privata – il protagonista è un anziano signore malato di Alzheimer – e al tempo stesso collettiva, legata a un evento che ancora traumatizza la nostra contemporaneità quale è l’Olocausto. (…) La fragilità della vecchiaia è anche uno degli elementi su cui Egoyan costruisce la tensione narrativa del film, quasi un thriller hithcockiano (…) Il viaggio si trasforma in un crescendo di suspance verso la soluzione di una «caccia all’uomo» di cui Egoyan rovescia all’improvviso nel finale le attese e le evidenze. I ruoli mutano e con essi le convenzioni che regolano questa «memoria» e la sua rimozione, un doppio salto nel vuoto. (…)
(Cristina Piccino – Il Manifesto – febbraio 2016)
(…) Rinunciando ai rompicapo di intrigo e alle soluzioni narrative complesse negli eventi e nell’ordine della cronologia, Atom Egoyan firma una messa in scena
classica. Riservandosi, però, non solo un groviglio di sofferenza, ma anche in tema di Olocausto, un inedito scontro: tra la necessità della Memoria, anche se
vendicativa all’estremo. e il morbo fisico, la demenza appunto, che ha assediato e conquistato chi si muove per debellare l’oblio e imporre la rimembranza. (…)
(Natalino Bruzzone – Il Secolo XIX – febbraio 2016)