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Il ponte delle spie

18/11/2016 21:15

Il ponte delle spie - Teatro Magnetto

Titolo: IL PONTE DELLE SPIE (The Bridge of Spies – USA – 2015)
Regia: Steven Spielberg
Interpreti: Tom Hanks, Mark Rylance, Amy Ryan, Alan Alda
Soggetto: Ethan Coen, Joel Coen
Sceneggiatura: Matt Charman, Ethan Coen, Joel Coen
Fotografia: Janusz Kaminski
Costumi: Kasia Walicka-Maimone
Scenografia: Adam Stockhausen
Musica: John Williams
Montaggio: Michael Kahn
Durata: 2h 20min

Il Film

Anni Cinquanta, anni della guerra fredda fra USA e URSS, l’FBI arresta Rudolf Abel, un agente sovietico che vive a New York. Da questo fatto parte una trattativa
tra i due paesi gestita da James Donovan.

Il Regista

Alcune opere di Spielberg sono tra le più popolari del cinema statunitense. È considerato uno dei cineasti più importanti e influenti: agli inizi della carriera è stato
un componente dei movie brats, movimento che contribuì alla nascita della Nuova Hollywood degli anni settanta, assieme ai colleghi e amici George Lucas, Francis Ford Coppola, Martin Scorsese e Brian De Palma. Ha vinto due premi Oscar come miglior regista per “Schindler’s List” (per il quale vince anche la statuetta di miglior film), e per “Salvate il soldato Ryan”. Ha inoltre ricevuto il Leone d’oro alla carriera alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia del 1993. Alla prima proiezione di “Duel” (1971) George Lucas racconta che, dubbioso sulla bontà del film, pensava di riuscire a vederne solo 10 minuti, invece rimase nella sala per tutta la durata del film, cambiando subito idea sulle doti del giovane Spielberg. La produzione diede a Steven soltanto dieci giorni di tempo per le riprese. Spielberg accettò, e alla fine lo girò in tredici giorni. Quando si presentò dal produttore per presentargli le sue scuse, si sentì rispondere di non preoccuparsi, poiché nessuno al mondo sarebbe mai stato in grado di girarlo in tredici giorni, tanto meno in dieci.

Commenti dei critici

È un magnifico classico ‘Il ponte delle spie’, e pazienza se alcuni considerano riduttivo il termine, ce ne faremo una ragione. Classico nel senso che si iscrive nel
filone hollywoodiano del dramma di guerra; classico nell’impianto della storia basata su fatti veri; classico nello stile ispirato al cinema Anni 40/50: e però, lungi
dall’essere di maniera, il classicismo di Steven Spielberg è sempre una magistrale forma di re-invenzione a forte impatto emotivo. (…) Il tutto costruito su un fluido ritmo narrativo con straordinaria sapienza visiva; e avvalendosi di due emozionanti interpreti (…)

(Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa – dicembre 2016)

Sulla scia del magnifico ‘Lincoln’ (2012), Spielberg prosegue il suo percorso sulla ‘parola’ che si fa gesto, attingendo dalla Storia del suo Paese anticorpi di vitale
attualità. Una pellicola di potenza straordinaria, scritta mirabilmente dai fratelli Coen e Matt Charman, che conferma l’immensità profetica di un grande cineasta
in stato di grazia. Da non perdere.

(Anna Maria Pasetti – Il Fatto Quotidiano – dicembre 2015)

Spielberg prosegue un percorso iniziato molto tempo fa, almeno dai tempi di ‘Amistad’: una riflessione sui gangli vitali della democrazia americana, della quale
il recente ‘Lincoln’ è stato forse il capitolo più ‘teorico’ e più consapevole. Affascinante affresco sulla Guerra Fredda, ambientato nella Berlino del Muro nascente,
con un grande Tom Hanks.

(L’Unità – dicembre 2015)

Premi

Oscar 2016 a Mark Rylance come miglior attore non protagonista

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