Paese: Israele, Polonia, Colombia
Regia: Leon Prudovsky
Interpreti: David Hayman, Udo Kier, Olivia Silhavy, Kineret Peled
Durata: 96 min
Nel 1960, il signor Polsky si ritrova a vivere in una casetta nella Colombia rurale. Originario della Polonia, l’uomo ormai anziano ha perso la famiglia nell’Olocausto e ora si concentra sul crescere le amate rose nere in giardino. Nell’abitazione di fianco alla sua però viene ad abitare il misterioso signor Herzog, che parla tedesco, vive da recluso e si serve di un avvocato per gestire le pratiche del trasloco. Infastidito dal nuovo vicino e dal suo cane Wolfie, il signor Polsky si convince a poco a poco che sotto la sua folta barba grigia si celi addirittura Adolf Hitler.
Il regista e co-sceneggiatore, l’israeliano Leon Prudovsky, si gioca la scommessa più forte possibile: immaginare che Hitler non si sia ucciso nel bunker sotto il Reichstag, nel maggio 1945. Il film corre sul crinale difficile fra farsa e tragedia. Chi porta all’estremo ogni effetto è Udo Kier: che rende memorabile ogni istante che è sullo schermo. Se il film è anche una commedia, se il film è spesso sorprendente, lo dobbiamo soprattutto a lui.
Quello che alla fine invade il film e colpisce lo spettatore, è il rapporto di ostilità/complicità, di pena mista all’odio, che si crea fra i due protagonisti. Giovanni Bogani
Ingresso ai film del Club d’Essai
Per chi è già abbonato alla rassegna principale 4,00 €
Per i non abbonati: 6,00€
Paese: Israele, Polonia, Colombia
Regia: Leon Prudovsky
Interpreti: David Hayman, Udo Kier, Olivia Silhavy, Kineret Peled
Durata: 96 min
Nel 1960, il signor Polsky si ritrova a vivere in una casetta nella Colombia rurale. Originario della Polonia, l’uomo ormai anziano ha perso la famiglia nell’Olocausto e ora si concentra sul crescere le amate rose nere in giardino. Nell’abitazione di fianco alla sua però viene ad abitare il misterioso signor Herzog, che parla tedesco, vive da recluso e si serve di un avvocato per gestire le pratiche del trasloco. Infastidito dal nuovo vicino e dal suo cane Wolfie, il signor Polsky si convince a poco a poco che sotto la sua folta barba grigia si celi addirittura Adolf Hitler.
Il regista e co-sceneggiatore, l’israeliano Leon Prudovsky, si gioca la scommessa più forte possibile: immaginare che Hitler non si sia ucciso nel bunker sotto il Reichstag, nel maggio 1945. Il film corre sul crinale difficile fra farsa e tragedia. Chi porta all’estremo ogni effetto è Udo Kier: che rende memorabile ogni istante che è sullo schermo. Se il film è anche una commedia, se il film è spesso sorprendente, lo dobbiamo soprattutto a lui.
Quello che alla fine invade il film e colpisce lo spettatore, è il rapporto di ostilità/complicità, di pena mista all’odio, che si crea fra i due protagonisti. Giovanni Bogani
Ingresso ai film del Club d’Essai
Per chi è già abbonato alla rassegna principale 4,00 €
Per i non abbonati: 6,00€