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Gli invisibili

31/03/2017 21:15

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Gli invisibili - Teatro Magnetto

Titolo GLI INVISIBILI (Time Out of Mind – USA – 2014)
Regia Oren Moverman
Interpreti Richard Gere, Miranda Bailey, Steve Buscemi ,Lawrence Inglee, Caroline Kaplan,
Soggetto Jeffrey Caine, Oren Moverman
Sceneggiatura Oren Moverman
Fotografia Bobby Bukowski
Costumi Catherine George
Scenografia Kelly McGehee
Musica suoni e rumori di fondo
Montaggio Alex Hall
Durata 2 h

Il Film

George non ha posto dove andare e vive nelle fredde e inospitali strade di New York. Dopo aver trovato rifugio presso un grande centro di accoglienza per senzatetto, il Bellevue Hospital, George entrerà in contatto con la crudele e sconcertante realtà degli emarginati. Si tratta del più grande centro di accoglienza per gli homeless di Manatthan e qui George inizierà a comprendere cosa significa essere emarginati dalla società.

Il Regista

Oren Moverman è uno sceneggiatore, regista e produttore cinematografico israeliano, con un passato da giornalista. Nel 2007 co-sceneggia il film di Todd Haynes “Io non sono qui”, su Bob Dylan. Nel 2009 debutta con successo alla regia, realizzando “Oltre le regole – The Messenger”. Il film viene presentato in concorso alla 59ª edizione del Festival di Berlino, dove vince l’Orso d’Argento per la miglior sceneggiatura e anche il National Board of Review Awards 2009 come miglior regista esordiente.

Commenti dei critici

Non ricordiamo un altro film che esprima così bene la solitudine, lo smarrimento, la monotonia delle giornate degli ‘ultimi’. La cinepresa inquadra spesso le peregrinazioni del protagonista – tra ospizi per senzatetto e ospedali – inquadrandolo dietro superfici di vetro, grate e cancelli: come a rivelarne la ‘trasparenza’ agli occhi del mondo. Altrettanto espressivo l’ambiente sonoro, dove il fitto vocio circostante fa da contrappunto al silenzio di George.

(Roberto Nepoti – La Repubblica – giugno 2016)

(…) “Gli invisibili” ci introduce nel mondo dei barboni (…). La maggior parte di noi gli sfila indifferente accanto, ma il senzatetto newyorkese del film di Oren
Moverman non possiamo ignorarlo: sotto le sue vesti consunte, i suoi capelli grigi e lo sguardo perso si nasconde Richard Gere, squisito attore che della pellicola
è protagonista e produttore. (…) Evitando ogni artificio narrativo, Moverman costruisce il film sul personaggio con un rigore che implica uno spettatore paziente,
disposto a coinvolgersi nella storia di un personaggio senza (o quasi) storia. Nella consapevolezza che quell’individuo potremmo essere noi, tanto breve è il passo dalla luce all’ombra.

(Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa – giugno 2016)

Ci vuole pazienza per apprezzare un film scorbutico ed enigmatico come il suo protagonista. Anche il regista Oren Moverman (…) all’inizio inquadra George dietro vetri, da lontano, spesso ai margini dell’inquadratura. Poi, lentamente, ci avvicineremo a un uomo sempre più consapevole di essere diventato un ‘barbone’. (…) Bellissima prova di Gere, mai così maturo e sottile nella recitazione. (…)

(Francesco Alò – Il Messaggero – giugno 2016)

(…) con il marcato realismo che non pare cercare il plauso del pubblico, il film ha il pregio di costringere quest’ultimo a osservare qualcosa che non vorrebbe
vedere, offrendo il quadro drammatico della condizione dei senzatetto, della loro solitudine, delle loro angosce, della loro quotidiana lotta per la sopravvivenza e
per ritrovare un posto nel mondo, un senso di appartenenza.

(Gaetano Vallini – L’Osservatore Romano – ottobre 2014)

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